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HAIR STYLE DA DIVA

Qualche piccolo consiglio DIY a cura di Alessandra Pucci, owner di RiccioCapriccio ecoparrucchieri, per un hairstyle da favola anche sul red carpet.

ROLLI CALDI E ONDE DA FILM

Iniziamo con un must have dal sapore vintage, per un look 60’s irresistibile. I rolli caldi, detti anche bigodini termici, si usano per creare morbide onde da diva del bianco e nero. Sono facilmente reperibili e molto semplici da usare:  quelli di Babyliss sono realizzati in morbido silicone e in due misure differenti, per ottenere pettinature diverse a seconda delle proprie esigenze. Non bruciano i capelli e si auto-riscaldano nella loro apposita confezione.
Una volta applicati i rolli e sciolti i capelli, il consiglio è di spazzolare le onde ottenute per dare maggior volume alla chioma. A questo punto, con l’aiuto di qualche forcina, fermare l’acconciatura solo da un lato, dietro l’orecchio, per un perfetto Hollywood style!  Da tenere a mente: nella toletta di una donna non deve mai mancare un flacone di lacca a media tenuta Davines, che dona corpo alla piega e una sofisticata brillantezza senza appesantire i capelli. Spruzzatene un po’ per definire l’acconciatura e renderla più duratura.

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CHIGNON SPETTINATO

Per una pettinatura più moderna, casual ma sofisticata, asciughiamo i capelli in modo naturale con l’aiuto del diffusore e usando l’Hair Resort di Kevin Murphy, un gel che dona ai capelli il classico effetto spiaggia. Una volta asciutti, con due forcine appuntiamo i capelli in un morbido chignon, un po’ spettinato. Fatto questo, infiliamoci dentro un abito rosso, mettiamo i tacchi alti ed è subito red carpet!

Ma non dimenticate, l’importante è la texture! Se avete i cappelli troppo sottili e lisci, difficili da acconciare e che sfuggono alle forcine, usate il texturizzante Davines: non è una lacca ma dona corpo e consistenza ai capelli, per una pettinatura a prova di bomba.

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UN TAGLIO DA VERA DIVA

Se non è un’acconciatura quello che cercate ma un taglio che faccia la differenza, consiglio un carrè fatto a regola d’arte: corto estremo, asciugato spettinato oppure liscio a spaghetto, con la riga da una parte. Una scelta di classe, preferita già da tantissime dive del tappeto rosso, da Keira Knighley ad Anne Hathaway, passando per Marion Cotillard, e da molte delle clienti di Riccio.

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Thursday 05.19.16
Posted by Simona Scaloni
 

RED CARPET & ALLIS

Li dove possiamo osare. Li dove l’eleganza e la femminilita’ si incontrano. Li dove possiamo indossare il vestito dei nostri sogni arriva “Allis”.

Allis ti coccola tra le sue sete preziose soffici come lo zucchero a velo creando dalle tue forme un abito semplicemente perfetto ed unico.

Ora in tutta questa magia può sembrare inopportuno parlare del prezzo più che giusto che hanno questi abiti, ma questo piccolo dettaglio in più, la rende a noi ancora piu’ unica.

A questo punto l’unica domanda da farci e’: "where is Allis"

 

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Lei cammina a piedi nudi sospesa nel tempo...

 

 

 

tags: red carpet, eleganza, party, femminilità, dresscode, allisdress
Tuesday 05.17.16
Posted by Simona Scaloni
 

METALLIC BEAUTY - TRUCCHI E CONSIGLI

Non possiamo dimenticarci che i dettagli fanno la differenza e mai come per questo tema. Allora se il tempo per comprare l'abito non l'abbiamo trovato puntiamo tutto su un dettaglio magnetico. Si chiama Foil Make - up, una pellicola metallizzata da applicare al posto dell'ombretto (per chi se la sentisse anche sulle sopracciglia).

Una volta convinte basta una puntina di colla per ciglia finte (o un gloss) per applicare piccoli pezzetti di foil usato per "nail color art" oro, argento o bronzo.

 

 

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tags: make-up, foil make-up, metallic make-up
Friday 05.13.16
Posted by Simona Scaloni
 

NO METALLIC. NO PARTY.

Non per quest'estate 2016. Vogliamo continuare a sentirci donne stellari anche senza un party che ci aspetta.

Ecco i 4 look che convinceranno anche te.

Continue embracing your inner star woman. Anything metallic is still hot all trough summer 2016. Wear it anytime, whether you have a Milky way party to attend, or not.

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      look 1: Nasty Gal                           look 2: Isabel Marant                           look 3: Saint Laurent                             look 4: Gucci 

 

 

tags: metallic, summer 2016, dresscode, gold, silver, party
Thursday 05.12.16
Posted by Simona Scaloni
 

METALLIC MANIA

Oro, argento e anche mirra. Perché non ci facciamo mancare nulla.

Un solo dettaglio come la giacca di pelle da portare con un look più semplice, quasi sobrio - dal jeans slavato boy-friend stretto in vita con la tee bianca al little black dress classico nel taglio per far risaltare di più le cromie - come il sandalo metallic che sta bene con tutto ed è immancabile in ogni valigia, come la gonna a pieghe sotto il ginocchio proposta da Gucci abbinata a un cardigan bonton che sembra uscito dall'armadio della nonna. Fino ad immaginare, perché a noi l'immaginazione di certo non manca, qualcosa di più forte. Coraggioso. Ed ambizioso. Un total look metallico che sia di pelle, pailettes, glitter non importa. Nei toni del silver come insegnano le passerelle degli ultimi anni, dell'oro per ricordare i favolosi anni Settanta quando brillare era l'unica regola degna di essere osservata, del rosa che fa subito California o del raffinato blu come da decenni impone Armani.

Il tutto -  esclusivamente - metallic.

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tags: METALLIC, DressCode, Party, Gold, Silver
Sunday 05.01.16
Posted by Simona Scaloni
 

NEXT STOP COACHELLA - WISHLIST

Summer di Calvin Harris a tutto volume. Una CocaCola ghiacciata con tanto limone. Il vento del tramonto. E quache consiglio per fare shopping online e sentirsi a Coachella, anche sul divano di casa.

Bag Mango - Hat Subdued - Kimono Magnet Boho - Bag Beige Subdued - 

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Leather jacket Subdued - Gilet LaDouille

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    Dress Magnet Boho - Gilet and Hat Subdued

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    Kimono Monreve - Gilet  Subdued - Bag Monreve

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Friday 04.15.16
Posted by Simona Scaloni
 

NEXT STOP COACHELLA

La sabbia dell’Empire Polo Club a Indio nel cuore della California. Uno skyline di palme e tramonti immortalati da centinaia di foto e di occhi. La ruota panoramica. Il caldo, il primo sorso di birra e soprattutto la musica. Ovunque: in ogni centimetro di spazio e tempo e pelle. In una sola parola Coachella. 

Lì dove tutto vale. Lì dove lo stile è quello hippy senza dimenticare lo chic. Lì dove dovete rispolverare i vostri short tagliati a mano e sfilacciati. I camperos o come insegna Kate Moss gli Hunter per sopravvivere alla pioggia e a ciò che ne consegue. Lì dove la parola d’ordine è crochet sui top, sulle camicie annodate in vita, sui mini abitini colorati. Lì dove le camicie da uomo sono di lino e stropicciate e fiorate senza avere paura alcuna di esagerare. Lì dove pelle e camoscio incontrano pizzo e uncinetto (H&M come ogni anno arriva lì dove non arriviamo noi che con la maglia non siamo brave!), sovrapponendosi più volte. Lì dove gli occhiali sono tondi, i capelli asciugati al vento caldo del deserto, le regole fatte per essere infrante. Lì dove i pantaloni sono a zampa e colorati, i capelli sembrano rubati all’armadio di un cowboy e le barbe incolte. Lì dove la voce è quella dell’energia. E quest’anno anche di Calvin Harris. 

The sand of the Empire Polo Club in Indio in the heart of California. A skyline of palm trees and sunsets immortalized by hundreds of photos and eyes. The view. The heat, the first sip of a beer and especially the music. Everywhere: in every inch of space and time, and skin. In one single word: Coachella.

There where everything matters. There, where the style is hippy, not forgetting about the chic part. There where you need to dust of your frayed hand-cut shorts. The cowboy boots or the Hunters, as taught by Kate Moss, to survive the rain and the consequences. There, where the watchwords are crochet, shirts tied at the waist and mini dresses in different colors. There, where the men's shirts are made of linen and wrinkled and flowered, without having any fear of exaggerate. There, where leather and suede meets lace and crochet (H&M! Where we do not arrive, every year H&M will help us! )  Overlapping several times. There, where the glasses are round, her hair dried in the hot desert wind, the rules made to be broken. There, where the pants are flared and colorful, hair seems stolen from the closet of a cowboy and the beards are wild. There, where the voice is energy. And this year even of Calvin Harris.

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tags: Coachella, DressCode, Party, Los Angeles
Tuesday 04.12.16
Posted by Simona Scaloni
 

DENIM - WISHLIST

Link. Suggerimenti. Ispirazioni. Desiderata. Consigli. Il tutto nella tela più famosa al mondo. 

Dress ASOS - Skirt Zara - Shirt Zara - Shirt Zara - Dress ASOS White

Jeans Zara - Shirt Zara - Jacket Saint Laurent

tags: Denim, Jeans, Party, DressCode, Wishlist
Wednesday 04.06.16
Posted by Simona Scaloni
 

DENIM - I LOOK DA COPIARE

Ispirazioni. Suggestioni. Link. Look da studiare, analizzare e copiare. 

Gonna a vita alta e tacchi a spillo o tutina con zeppe: il total denim interpretato dalla it-girl londinese Alexa Chung. La gonna la trovate qui - la tutina invece qui. 

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Un'interpretazione dal sapore orientale quella proposta in questa gallery: potete replicare il look su o Zara (jeans coulotte e camicia) 

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Suggerimento al maschile: la classica giacca in denim blu o in grigio slavato. 

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tags: DressCode, Denim, Jeans, Party
Monday 04.04.16
Posted by Simona Scaloni
 

ALL U NEED IS DENIM

“Ho detto spesso che avrei voluto inventare io i blue jeans: il capo più spettacolare, più pratico, più rilassante e informale. I jeans hanno espressività, sex appeal, semplicità - tutto ciò che io auspico nei miei vestiti.” 

Yves Saint Laurent

Una sola e semplice: denim. 

Che sia il nostro paio di jeans del cuore, quelli che usiamo come bilancia, quelli del nostro ultimo esame all’università, quelli che valorizzano al meglio le nostre gambe, quelli in cui affondiamo stanchezza e sonno il sabato mattina per andare al bar a prendere il caffè. Che sia un paio di short - vita alta e sgambati in perfetto stile Brenda Walsh – da infilare nel borsone per la due giorni di mare e sole a Ponza. Quelli con cui abbiamo ascoltato i nostri concerti preferiti, per intenderci. Che sia un Levi’s vintage recuperato in qualche mercatino vintage durante uno dei nostri viaggi a New York. Che siano i suoi jeans, larghi sui fianchi, stretti in vita da una cinta di cuoio. Che sia la giacca che buttiamo in ogni valigia consapevoli che – puoi metterla su tutto – meglio ancora se un po’ lunga e con qualche messaggio nemmeno troppo subliminare disegnato sulle spalle come impone l’ultimo trend in quanto a denim. Che sia la camicia da uomo. Che sia ispirato a qualche star anni Ottanta. Alla sfilata di Chanel. Sfilacciato sugli orli. Consumato dal tempo e dalla troppa vita. Con la forma di una adolescenziale salopette. Strappato dalle nostre mani munite di forbici. Skinny. Flare. In versione total perché la moda vuole così. Ciò che conta è che per la prossima festa sia solo e semplicemente denimAll you need is denim

"I have always said that I would have liked to invent the blue jeans: the most spectacular, practical, relaxed and informal clothing of all times. The jeans have expressions, sex appeal, simplicity - all that I wish from my clothes. " 

Yves Saint Laurent

One and only: denim.

It's the jeans of our heart, the ones that we use as a scale, those of our last exam at the university, who brings out the best of our legs, those in which we sink fatigue and sleep on Saturday mornings to go to the bar to get the morning coffee. Whether it's a pair of shorts – high-waist of Brenda Walsh style - to be inserted in the bag for two days of sun and sea in the island of Ponza. Those in which we went to our favorite concerts, so to speak. Whether it's a pair of Levi's bought in avintage market during one of our trips to New York. Whether it’s a pair of His jeans, tight hips, narrow at the waist with a leather belt. Whether it is the jeans-jacket that we throw in every suitcase, aware of that you can put it on to everything - even better if it’s a bit long and with some not-too subliminal message drawn on its shoulders as required by the latest trend in terms of denim. Whether it’s the man's shirt. Whether it’s inspired by some star from the eighties. At the catwalk of Chanel. Ragged on the edges. Consumed by time and life. In shape of a teenage overalls. Ripped of our hands equipped with scissors. Skinny. Flared. In full version because fashion says so. What matters is that for the next party it’s only and just denim.

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tags: Denim, Jeans, DressCode, Party
Saturday 04.02.16
Posted by Simona Scaloni
 

LIKE A BIRD - ACCESSORIZE

Piume, piume e ancora piume. In questo caso sotto forma di accessori: per una festa a tema – di quelle che tanto ci piacciono - ma anche per arricchire un semplice outfit in una serata speciale. Perché il desiderio di volare è una costante delle nostri notti.

La Douille

Un giovane brand romano che alla leggerezza delle piume contrappone tessuti più strong e più rock come la pelle dando vita a pezzi unici: collarini, gilet e manicotti da poter portare anche con una semplice camicia bianca. O in un gioco di contrapposizione di piume per vincere il titolo di – Cigno Nero – della festa

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Dandy Inside

Dalla volontà dei suoi giovani fondatori e stilisti Jorinda Boci e Nicola Piccinini di creare qualcosa di poco convenzionale e fortemente distintivo, che riflettesse in qualche modo il loro carattere e la loro passione per il bello, la ricerca e la sperimentazione: nasce così Dandy Inside. I loro bellissimi – ed originalissimi - bow ties sono tutti pezzi unici singolarmente realizzati dalle esperte mani dei suoi fondatori. Totalmente cuciti a mano a Genova in Italia a garanzia di una elevatissima qualità. Per l’occasione la nostra scelta è ricaduta – ovviamente – su quelli ricoperti di piccole piume ma per voi uomini la scelta è davvero ampia

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tags: piume, inspiration, PARTY, dresscode
Saturday 03.26.16
Posted by Simona Scaloni
Comments: 1
 

LIKE A BIRD

Peter - Vieni con me! 

Wendy - Ma io non so volare.

Peter - Te lo insegno io e ti insegno anche a cavalcare i venti e via che si va

E da qualche parte – nemmeno troppo nascosta – deve essere rimasta in noi quella voglia di volare verso l’Isola che non c’è e verso tutti i posti che non abbiamo visto e conosciuto. Altrimenti non ci spiegheremmo questo desiderio di leggerezza, di assenza di gravità, di piume, piume e ancora piume. Un vestito di Fendi – di qualche collezione fa - color pastello o un semplice dettaglio come la spallina di una camicia impreziosito da piccole piume grigie. Un copricapo – un cerchietto, un piccolo fermacapelli  o una vera e propria corona come suggerito da Marc Jacobs nella sua ultima sfilata firmata Vuitton per chi non può fare a meno di sentirsi regina. Una gonna che ci trasformi in piccoli pavoni urbani da portare per la serata con una semplice tee bianca. Ciglia finte piumate perché i dettagli da soli possono regalare tutto, anche un paio d’ali. E per gli uomini qualche piuma che spunti dal taschino della loro giacca preferita, un papillon di Dandy Inside – sembrano disegnati per l’occasione tanto sono perfetti – o per i più coraggiosi una pattina interamente ricoperta di piume. Perché in fondo non hanno mai smesso di essere i nostri Peter Pan. 

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Thursday 03.24.16
Posted by Simona Scaloni
 

COWGIRL - WISHLIST

Dopo le ispirazioni musicali e le ante degli armadi spalancate alla ricerca di frange e camoscio. Dopo le suggestioni fotografiche dai set dei vecchi film western e le spedizioni nella scarpiera alla ricerca di quel paio di camperos di qualche anno fa. Dopo le chat su whatsapp in diretta dal nostro negozio vintage preferito e l’immagine nitida di Madonna scolpita nella nostra mente. Dopotutto.

Qualche suggerimento: su dove e cosa trovare. Prima che la festa cominci.

After the musical inspirations and after looking for fringes and suede in our wide open wardrobes. After the photographic suggestions from the sets of old western movies and after diving in the shoe rack looking for that perfect pair of old cowboy boots. After the live chat on whatsapp with our favorite vintage store and the sharp image of Madonna carved in our minds. After all.

Some suggestions: about where and what to find it. Before the party begin. 

 

Hat FREEPEOPLE – Shoes MARC JACOBS – Belt ASOS – Shirt ASOS

Hat COMANCHEROS – Belt LEVI’S – Coat COMANCHEROS

Shirt NASTY GAL – Necklace NASTY GAL – Short NASTY GAL

tags: cowboy, DressCode, WISHLIST, ASOS
Friday 03.18.16
Posted by Simona Scaloni
 

GO, GO, COWBOY GIRL

Calamity Jane, nel 1953, calcava il palcoscenico accompagnando Howard Keel in un mondo di frange e fucili. Qualche anno dopo spettava a Liz Taylor vestire i panni della cowgirl perfetta seguita a distanza di qualche decennio dalle ragazze del Coyote Ugly che sul bancone di un bar ballavano sfoggiando pance scoperte e camperos ai piedi e da Madonna. Sono loro le nostre icone quando decidiamo di svestire i nostri consueti abiti metropolitani e calarci in un paesaggio western, tra dune di sabbia, cavalli, rodeo e gli immancabili duelli giocati a suon di pistole.

Per rievocare i must del guardaroba dei protagonisti della Gold Rush, la Febbre dell'Oro dei cowboys- diamo libero spazio alle frange in nappa e tessuto perfette sulle giacche e sulle gonne (scovate bene negli armadi perché tutte abbiamo avuto una fase frange nella nostra vita e spesso ne conserviamo ancora qualche ricordo!)

Benissimo anche la pelle consumata dal tempo sotto forma di gilet o il camoscio (Fendi in passerella ne ha proposti di meravigliosi, da poter utilizzare anche come corpetti sopra una camicia bianca)

Ai piedi sia per lei che per lui la parola d’ordine è solo camperos: anche in questo caso la moda di qualche anno fa può aiutarci altrimenti li potete trovare facilmente di qualunque gradazione di cuoio tra gli scaffali di un negozio vintage. 

Denim – jeans, short o minigonna a voi la scelta - stretto in vita da una cinta con gemme preziose. Nel caso in cui preferiste optare per un vestito lasciatevi invece ispirare dallo stile di Isabel Marant, regina dello stile cowgirl urbano, e giocate a sovrapporre strati di tessuti diversi (bene anche il pizzo bianco che regala un allure chic alla vostra interpretazione di cowgirl) e segnate il punto vita con una cinta alta. Completate il look con una mantella frangiata.

E ancora un cappello. Qualche stella a voler rievocare l’autorità dello sceriffo qua e là (MaxMara in passerella ne ha regalate a milioni). Piccoli bracciali di argento e turchesi e collarini di pelle a stringere il collo della camicia, borchie sulla borsa, un foulard-bandana sotto cui nascondere le lebbra proprio come facevano i cattivi dei film western. E l’unica cosa di cui vi dovrete preoccupare sarà ordinare un’altra birra, mentre nella stanza le note di Don’t tell avvolgeranno l’aria (senza l’ombra di un granello di sabbia)

 

 

 

 

In 1953 Calamity Jane accompanied Howard Keel on stage in a world of fringes and guns. A few years later it was Liz Taylor’s turn to dress like the perfect cowgirl, followed a couple of decades later by the girls in Coyote Ugly that danced on the bar showing their bellies wearing cowboy boots, and after them it was Madonna’s turn. These are our icons when we decide to change our normal urban clothes and immerse ourselves in the western landscape, among sand dunes, horses, rodeos and the inevitable duels played to the sound of pistols.

To evoke the “must have“ of a Gold Rush character or a cowboy’s Gold Fever in your wardrobe, freely use pieces that include leather fringes, particularly on jackets and skirts. (Take a good look in your wardrobe, because every single one of us has gone through a phase of fringes, which bring up fond memories!)

Also worn leather in the form of vests in soft tan color. (On the catwalk, Fendi has shown wonderful ones used as a bustier or worn over a white shirt.)

As for shoes, the only thing for both her and him, are Cowboy Boots.  Recent years fashions can help you locate a pair, if not, you can easily find them in any shade of leather on the shelves of a vintage store.

Denim – jeans, shorts or skirts- you choose. Tight-waisted with a belt adorned with jewels.  If you prefer a dress, let yourself be inspired by the style of the quintessential queen of the cowgirl- urban style, Isabel Marant. Play with layers of a different fabrics in a variety of textures (white lace that gives a chic look to your interpretation of a cowgirl is also fine!) and mark your waist with a large belt! To make the look complete, put on a fringed cape.

And a hat, with few stars here and there to evoke the authority of a sheriff (Max Mara gave away millions at runway shows). Small silver and turquoise bracelets, and leather bolo ties to tighten shirt collars, studs on the bags, a foulard-bandana just like the ones the old Western films.

And the only thing that you have to worry about is ordering another beer, while the notes of Don’t Tell is filling the air (without the shadow of a grain of sand).

 

 

 

 

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tags: cowboy, rodeo, DressCode, party, western
Tuesday 03.15.16
Posted by Simona Scaloni
 

RASPOUTINE, HAIR & MAKEUP

Opulenza, anche tra i capelli e nella scelta del trucco.

Un’eleganza sofisticata. Evidente, quasi ostentata, ma senza alcuna volgarità. Perché il trucco può contestualizzare anche il più semplice degli abiti. Perché i capelli intrecciati con maestria possono trasformare tutto – a cominciare da noi stesse – in qualcosa di diverso, almeno per una notte.

E se di Russia parliamo, allora per il viso scegliamo un incarnato chiaro ravvivato da una sploverata di blush nei toni del rosa vivo che illumini la pelle. Una linea di eyeliner nero: decisa e allungata sulla palpebra superiore. Mascara, senza limiti che non si sbaglia mai. E le labbra disegnate con precisione nei toni del burgundy opaco, senza alcuna forma di lucentezza.

Per i capelli invece la parola chiave è trecce, magari sotto forma di corona (è sufficiente fare una treccia laterale e passarle intorno alla testa fissandola dall’altra parte) o sotto forma di chignon (in questo caso il punto di partenza è una treccia morbida da arrotolare in uno chignon da fissare con qualche forcina ben nascosta e con qualche fiore). Per chi vuole osare non dimenticate di aggiungere tra i capelli anche qualche spilla antica, come quelle scovate in un mercatino vintage o nei cassetti di casa della nonne.

Sophisticated elegance. Evident, almost ostentatious, but without any vulgarity. Because the makeup can also contextualize the simplest of outfits. Braided hair can turn everything into something different - beginning with ourselves - at least for one night.

Speaking about Russia, as makeup we choose a personified bright color with adust of blush in bright pink tones that illuminate the skin. A black line of eyeliner: firm and elongated on the upper eyelid. Mascara, without limits is never wrong. Lips drawn with precision in matte burgundy tones, without any form of brilliance.

For the hair, the keyword is braids, perhaps in the form of a crown (it is enough to make a side-braid and pass around the head fixing it on the other side) or in the form of a chignon (in this case the starting point is a soft braid to roll up in a chignon to be fixed with a few well hidden hairpin and some flowers). For those who dare, add some ancient brooches in your hair, such as those that you can find in a vintage market or in the drawers in your grandmother’s house.

 

 

 

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tags: Raspoutin, Russia, DressCode, make-up, hair, Party
Thursday 03.10.16
Posted by Simona Scaloni
 

RASPOUTINE IN ROME

- Scese, evitando di guardarla a lungo, come si fa col sole, ma vedeva lei, come si vede il sole, anche senza guardare –

Anna Karenina

Sono persone intense i Russi. Quando si parla di letteratura. Di amore. E di notti. Di vodka, liscia. Amano divertirsi, ballando fino a perdere il fiato, fino a stancare le gambe. Quando si parla di feste cosmopolite e internazionali che partono dal cuore freddo della Russia lì dove la neve rende tutto più silente, sfiorano Parigi per sporcarsi di glamour e di quell’eleganza involontaria e arrivano a Roma. Nel sottosuolo della Città Eterna. Ed è così che il Raspoutine arriverà a Palazzo Dama. Ed è così che indosseremo pellicce e broccati. Ed è così che annoderemo i nostri capelli in morbide trecce. Ed è così che daremo il via anche a questa festa.

DRESS CODE

Un colbacco di visone o un foulard annodato sotto il mento saranno perfetti per arrivare alla festa

Broccati e ricami e tessuti floreali, non abbiate paura a mixare tra loro tessuti e fantasia diverse. Esagerare. Ostentare. Osare. Anche prima del primo bicchiere di vodka, è questa la regola da seguire.

Bordeaux, oro-oro-e-ancora oro, velluto blu di Persia, un tono di verde quello intenso del bosco: la palette cromatica è intensa e ricca

Una gonna a ruota che supera il ginocchio (potete scovarne alcune stupende da Pifebo) sarà assolutamente perfetta e ricordatevi di sottolinerare il punto vita, magari aiutandovi con l’aiuto di una cintura alta o di un foulard per l’occasione trasformato in fusciacca. Per il sopra una giacca ricamata (provate a vedere tra quelle che avete portato a casa da qualche viaggio in qualche posto lontano – colorate e ricamate – possono essere adatte!

Uno scialle oversize – i loro di Pavlosky sono famosissimi – da piegare a triangolo e da poggiare sulle spalle

Per gli uomini lo smoking – con quello non si sbaglia mai! - con un colbacco nel caso in cui non vogliate esagerare. Una giacca di panno scuro stile militare. O un tocco di broccato, sotto forma di blazer, da portare con una camicia bianca leggermente sbottonata.

Mantelle, cappe imbottite di volpe, pellicce e cappotti neri con la martingala lunghi fino a sfiorare il pavimento per ripararvi dal freddo, anche se a Roma senza neve anche la musica fa più rumore.

-      He went down, avoiding to look at her for a long time, as you do with the sun, but he did see her, like you see the sun, even without looking.

The Russians are really intense persons. When talking about literature, about love, about nights, and about vodka. The Russians love to have fun, dancing until they lose their breath, until their legs are strained. When talking about cosmopolitan and international parties that start from the ice cold heart of Russia, where the snow makes it all silent, passing by Paris to taste the involuntary elegance and glamour to finally arrive in Rome. In the subsoil of the eternal city! And it is like this that Raspoutine arrives at Palazzo Dama. It is thanks to this we wear fur and brocades. Thanks to this that we tie our hair in soft braids. And it is thanks to this that even this party starts.

DRESS CODE

A hat in mink-fur or a foulard tied under the chin are the perfect accessories to wear while arriving at the party.

Brocades, embroiders and floral fabrics, do not be afraid of mixing it all. Exaggerate. Dare. And the rule to follow is: dare even before the first glass of vodka.

Claret, gold-gold-gold and even more gold, blue Persian velvet, a tone of green, the intense one from the forest. The color-palette is rich and intense.

A full skirt that goes beneath the knees ( you can find really beautiful ones at Pifebo) is the perfect one, remember to highlight the waist with a high belt or with a sash foulard. For the top part, an embroidered colorful jacket (try to find one brought home from one of yourfar away journeys) may be suitable!

An oversized shawl (the ones from Pavlosky are famous) fold as a triangle to put on your shoulders.

The tuxedo for men- with which you will never fail- together with a fur-hat. A dark-cloth jacket in military style. A touch of brocade, a blazer to wear with a slightly unbuttoned white shirt.

To protect you from the cold, capes with hoods padded with fox-fur, fur-coats and black coats with long martingales that touch the floor. Even if the Music in Rome makes more noise than the snow. 

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Tuesday 03.08.16
Posted by Simona Scaloni
 

E VENEZIA SIA

Arrivare alla stazione di Santa Lucia. Uscire, pochi gradini e poi solo acqua. Alzare il braccio per fermare un taxi, che in questo caso corre e scorre su quello specchio. Un paio di jeans a sigaretta, i mocassini di Gucci, un dolcevita di cachemire, il cappotto color cammello. Respirare. Lasciare che il vento e con lui l’umido si impossessi di noi. Attraversare i ponti, perdersi tra le calle, fermarsi da Bancogiro a mangiare un paio di cicchetti incuranti di che ore siano perché qui non importa. Comprare una tee a righe come quella dei gondolieri e le Veneziane della Lola Arrivabene (le trovate anche online http://vibivenezia.it): in velluto blu o verde. Tornare in albergo, al Gritti. Dormire. Indossare un paio di pantaloni di seta e una camicia, come fosse un po’ un pigiama. Non dimenticare il blazer che dove c’è mare c’è vento. E poi un Bellini all’Harry’s Bar perché Venezia passa anche di qui. La notte è appena iniziata. Una passeggiata a Piazza San Marco. Le note dei musicanti del Cafè Florian, qualche turista balla. Un abito da sera, di quelli morbidi perché Venezia è diva e non si può essere da meno. Le luci in lontananza a delimitare i confini della terra ferma. Il rumore dell’acqua che si infrange sugli argini. I Giardini della Triennale in lontananza quasi impercettibili. I tacchi di Renè Caovilla sui ponti che seguono l’uno l’altro, nel tragitto tra il Bauer e Palazzina Grassi. E’ quasi giorno – di nuovo – ma non importa perché siamo a Venezia. E domani è solo un altro giorno.

Palazzina G

Nato nel 2008 dal cuore di Emanuele Garosci. Arredato da Philippe Stark è un bellissimo hotel di quelli che sanno essere casa. E uno dei più mondani club della città, dove poter aspettare l’alba, sorseggiando champagne.  

Gritti

Prima residenza ufficiale della famiglia Gritti, il palazzo venne successivamente utilizzato quale sede degli ambasciatori della Santa Sede a Venezia. Nel corso dei secoli è stata abitata da nobili famiglie e da illustri visitatori, tra cui lo scrittore John Ruskin che qui scrisse il suo celebre libro Le pietre di Venezia. Ora uno dei più bei hotel della Laguna.  

Harry’s Bar

Locale storico di Venezia, famoso per il suo Bellini è uno di quei luoghi che non conosce stagione o tempo. Il nome del barderiva da quello del giovane studente statunitense Harry Pickering che, trasferitosi negli anni venti a Venezia con una zia per tentare di curarsi da un inizio di alcolismo, venne da questa piantato in asso con pochissimi soldi dopo un litigio. Giuseppe Cipriani, all'epoca barman nell'hotel Europa & Britannia, in cui risiedeva lo statunitense, impietosito dalla vicenda prestò al giovane 10.000 lire, somma considerevole per l'epoca, per consentirgli di rientrare in patria. Due anni dopo, il giovane, guarito dall'alcolismo, tornò a Venezia e, rintracciato Cipriani, in segno di gratitudine gli restituì l'intera somma aggiungendovi 30.000 lire perché potesse aprire una sua attività in proprio. Cipriani decise quindi di chiamare il suo locale "Harry's Bar" in onore del suo benefattore, inaugurando il 13 maggio 1931. 

Arriving at the station Santa Lucia. Going out, a few steps, and then only water. Raise your arm to stop a taxi, which in this case runs on that mirror called water. A pair of skinny jeans, Gucci loafers, a cashmere turtleneck, and a camel-colored coat. Breath. Let the wind and the humidity take possession of you. Cross the bridges, loose yourself in the streets, make a stop at Bancogiro to have a couple of shots, no matter what time it is because here that really doesn’t matter. Buy a shirt with stripes in blue or green velvet, like the ones of the Venetian gondoliers and the Lola Arrivabene ( you find them even online http://vibivenezia.it) Return to the hotel, to Gritti. Get some sleep. Put on a pair of silk-trousers and a shirt, like a pyjama. Do not forget the blazer, because where there is see there is wind. Then stop by at the Harry’s Bar for a bellini, because this is Venice as well. The night has just begun. A walk in Piazza San Marco. The tones of the musicians of the Cafè Florian, some tourists that are dancing. An evening dress, one of those soft ones, because Venice is diva and could not be less. The lights in the distance that defines the end of the mainland. The sound of the waves that breaks on the embankments. The Triennale Gardens in the distance almost imperceptible. The high-heels of Rene Caovilla on the bridges that follow one after another on the way between Bauer and Palazzina Grassi. It’s almost morning, again, but that doesn’t matter because we are in Venice. And tomorrow is just another day.

Palazzina G

Born in the 2008 in the heart of Emanuele Garosci. A gorgeous hotel, decorated by Philippe Stark, like one of those who you feel like home in. One of the most fashionable clubs in the city, where to wait for the dawn, sipping champagne.

Gritti

The first official residence of the Gritti’s family, the palace was later used as the seat of the ambassadors of the Holy See in Venice. Over the centuries it has been inhabited by noble families and distinguished visitors, including the writer John Ruskin who wrote his famous book The Stones of Venice here. It is now one of the most beautiful hotels of the Laguna.

Harry's Bar

One of the historical bars of Venice, famous for their Bellinis, is one of those places that doesn’t knows season or time. The name of the bar derives from the young American student Harry Pickering, that in the twenties moved to Venice with his aunt, to cure his beginning drinking problem. His aunt leaves him after an argue, with his problems and with no money in his pocket. Giuseppe Cipriani, a barman at the Hotel Europa& Britannia in which the young American stayed, felt bad for the guy and lent him 10.000 lire, at that time a considerable sum, to allow him to return back home. Two years later when the young man recovered from alcoholism, he returned to Venice, found Cipriani and as a sign of gratefulness he returned the whole amount adding 30 000 lire so he could open his own bar. Cipriani decided to call his bar “ Harry’s bar” in honor of his benefactor. The bar opened in May 13, 1931.

 

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tags: DressCode, PARTY, TUXEDO, VENICE, GRITTI, PALAZZINA G, RIGHE
Friday 03.04.16
Posted by Simona Scaloni
 

SMOKING, PLEASE

Lo smoking, o per dirla all’inglese Tuxedo.

Ovvero l’abito da sera da uomo per eccellenza: quello che più che un capo è uno stile di vita. Il sinonimo di un’eleganza che non conosce tempo. Che attraversa gli anni non perdendo mai il suo fascino, anzi. Nato come capo maschile nel 1966 grazie a Yves Saint Laurent, che fece sfilare durante la collezione primavera-estate le sue modelle con i pantaloni, fece innamorare le donne di tutto il mondo vantando tra le sue estimatrici icone come Bianca Jagger (sublime in tuxedo total white), Catherine Deneveu e la meravigliosa Marlene Dietrich. La definitiva consacrazione arrivò negli anni Settanta quando Helmut Newton fotografò Vibeke proclamando lo smoking come abito senza genere, immancabile in ogni armadio. Androgino, chic, incredibilmente sensuale modellato sulle spalle e sulle forme della donna che lo indossa con la consapevolezza della sua femminilità, sussurrata e senza alcuna forma di esibizione.

Il galateo vuole che sia usato solo di sera – dopo le diciotto. Perfetto per il teatro, per le cene di gala, o per sentirsi un po’ James Bond al tavolo verde al casinò di Montecarlo mentre si sorseggia un Martini. La camicia è rigorosamente bianca, con i polsi doppi e chiusi con i gemelli (e qui soprattutto per le occasioni meno formali si può dare libero sfogo all’estro), mentre lo sparato può essere liscio o a piegoline (la sola camicia plissettata è sublime anche su un jeans per le ragazze che vogliano rubare qualcosa all’armadio di lui!) I bottoni sono in madreperla e il colletto assolutamente non button-down, please! Le calze – perché le calze vanno messe, eh – sono lunghe e nere e le scarpe nere e lucide. Mentre per le donne, vale tutto: anche e soprattutto la sola giacca portata a pelle su un pantalone nero, con uno smokey eyes e i capelli raccolti in uno chignon spettinato. Che fa sempre Bond-girl. 

Tuxedo, to say it in English.

The evening-suit for the perfect gentlemen is not only a suit but also a lifestyle. It’s synonymous with elegance that knows no time. Running through the years without ever losing its charm. The tuxedo, born as a male suit in 1966 thanks to Yves Saint Laurent who showed it in his spring-summer collection on the cat-walk. Pants, which had women falling in love with them all over the world, had such admirers including icons Bianca Jagger ( sublime in total white tuxedo), Catherine Deneveu and the wonderful Marlene Dietrich. The final dedication came in with the seventies when Helmut Newton photographed Vibeke proclaiming the tuxedo as genderless, a must in every wardrobe.Androgynous, chic and incredibly sensual, shaped from the shoulders and curves of the woman who wears it with awareness of her femininity, that is whispered and without any form of exhibition.

According to the etiquette it should be used only in the evening - after six o’clock. Perfect for the theater, for gala dinners, or to feel a bit 'James Bond at the green table at the casino in Monte Carlo while sipping a martini. The shirt is strictly white, with double cuffs and closed with cufflinks (you can feel free to play with inspiration, especially for less formal occasions), while the shirtfront  can be straight or pleated (only the pleated shirt is sublime with a pair of jeans for girls who want to steal something from his wardrobe!) The buttons are made of mother-of-pearls and the collar should never be button-down, please! The Socks - because socks are used, eh - are long and black, together with shiny black shoes. While for  women the rules are different: especially the leather-jacket brought with a pair of a black pants, with smokey eyes and her hair in a chignon. That always makes a Bond girl.

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tags: SMOKING, DressCode, PARTY
Tuesday 03.01.16
Posted by Simona Scaloni
 

ANARCHY, MADONNA E MOZART, IL DRESS CODE PUNK

Patti Smith crede “che Mozart fosse un punk rocker. Perché il punk è solo uno stato mentale” e noi in fondo siamo d’accordo con lei. E con le note di Anarchy in the UK dei Sex Pistols che quest’anno compie 40 anni. E con le calze bucate, gli occhi carichi di nero, i capelli a cresta e la pelle a pelle. E con le prossime feste che ci vedranno tirare fuori il nostro lato più rock. Quello che spesso dimentichiamo di avere. Perché da qualche parte in ognuna di noi si nasconde una Material Girl che chiede solo di poter cantare.

Patti Smith believes "that Mozart was a punk rocker. Because punk is just a state of mind. " And we basically  agree with her. The notes of “Anarchy in the UK” by Sex Pistols that celebrates its 40th anniversary this year. Holes in the socks, eyes loaded with black, hair in a crest and skin to skin. With the coming holidays that will bring out our rockier side. The one that we often forget that we have. Because somewhere in each of us there is a Material Girl who asks only to be able to sing

Dress code:  

- Pelle, sotto forma di giacca, di pantalone, di minigonna, di body, di bra. Purché sia nera e magari anche un po’ sdrucita.

- Spille da balia e catene ovunque e comunque al posto dei gioielli. E senza paura di esagerare perché è quello che dovrete fare.

- Denim: bene le giacche di jeans ricoperte di toppe, gli short inguinali strappati con gli stivali alti neri e le camicie annodate da cui lasciar intravedere il body di pizzo nero

- Qualche vecchia tee di concerti sia per lui che per lei (Pifebo a via dei Serpenti ne è pieno!). Per intenderci: vanno bene anche quelle che solitamente usate per dormire purchè siano scolorite da almeno un decennio!

- Borchie. Le potete trovare in ogni merceria: le più versatili sono quelle rettangolari con le alette che possono essere applicate dove preferite. Ad esempio anche sul bordo del reggiseno nero da lasciar intravedere sotto il gilet di jeans.

- Un tocco di latex ve lo potete concedere ma con moderazione (lo conserveremo per un'altra festa!)

- I guantini di pelle nere con le dita tagliate da motociclista anche se al massimo guidate il Vespino per andare in palestra!
- Anfibi, calze a rete, leggins strappati.  

 E se proprio volete fare le cose a modo: un Harley Davidson ad aspettarvi fuori dalla porta.

Dress code:

-  Jackets, trousers, skirts, bodies, bras in leather. Provided that all is black and ripped.

- Safety pins and chains everywhere instead of jewels. Without any fear of exaggerating, because that is what you have to do!

- Denim: jeans-jackets covered with patches, ripped jeans-shorts with high black boots and knotted shirts which give a glimpse of the black lace body.

- A few old t-shirts from concerts for both him and her (Pifebo in via Serpenti is full of them!). To be clear: it is also fine to use those that you usually sleeps in as long as they are discolored by at least a decade!

- Studs. You can find them in every haberdashery: the most versatile are rectangular with wings that can be applied wherever you like. For example, even on the edge of the black bra to give a glimpse beneath the denim vest.

- A touch of latex, but in moderation (we will keep that for another party!)

- Black leather gloves with the fingers cut, like a biker, although at maximum you drive the Vespa to go to the gym!

-  Biker boots, fishnet stockings, ripped leggings.

 And if you really want to do things the right way: a Harley Davidson will be waiting for you outside the door.

 

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tags: punk, DressCode, party, Madonna
Tuesday 02.23.16
Posted by Simona Scaloni
 

PIUME, STELLINE E PIZZI: IDEE LIGHT PER CARNEVALE

Una cascata di piccole stelline oro e argento al posto del make-up, sulle guance e sulle palpabre. O tra i capelli dimenticate qua e là come fossero davvero cadute dal cielo. Glitter tra la barba o sulla nuca insieme allo chignon.

Una coroncina di cartone come quelle che si facevano a scuola da bambini, con qualche pon pon colorato trovato in merceria. O fatta di piccole roselline da abbinare alla gonna lunga bianca in pizzo macramè comprata a Formentera per essere una gitana metropolitana.

Uno shampoo colorato che va via con un lavaggio - forse due - per avere almeno per una sera i capelli come quelli dei cartoni animati. Rosa. Azzurro carta da zucchero. Verde sottobosco o argento-cielo-stellato. Ciglia finte. Una striscia di pizzo nero e un neo finto disegnato all’angolo della bocca. Le orecchie da gattina e i baffi disegnati con un matita grigio perla ben appuntita fin sugli zigomi. E ancora piume-piume-e-piume da incollare a mo' di copricapo su un cerchietto perché con un po' di magia, con un pizzico di immaginazione - e con un paio di forbici - anche un vecchio cerchietto può trasformarsi in un diadema sbrilluccicoso. E una festa – qualunque festa - in un pretesto per trasformarsi. E tornare a giocare. 

FEATHERS, STARS AND LACEES: LIGHT IDEAS FOR CARNIVAL

A cascade of small silver and gold-stars on cheeks and eyelids in place of make-up. Or in your hair, here and there, as if they were really falling from the sky. A crown in paper, as those that we made as children in school, with some colorful pompoms found in haberdashery. Or a crown made of small roses to match the long white skirt in lace-macramé bought in Formentera - to be an underground gypsy.

A colored shampoo that goes away with a wash - maybe two - to have the hair like the cartoon characters at least for one night. Pink. Blue-sugar-paper. Green or silver-sky-starry. Fake eyelashes. A strip of black lace and a fake birthmarkpainted on the corner of the mouth. Kitten-ears and mustaches drawn with a gray sharp pencil up to the cheekbones. And feathers, feathers, and more feathers to stick onto a circled headdress because with a little' magic, with a bit of imagination and with a pair of scissors, even an old headband can turn into a shimmering tiara. And a party, any party, an occasionturns into something else. And get back to play.

 

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tags: Carnevale, dresscode, party, idee, inspiration
Wednesday 02.10.16
Posted by Simona Scaloni
 
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